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TUTTI I TESTI E LE FOTO SONO TRATTI DAL LIBRO
FILOMENA BOCCHER DIARIO DI UNA MAESTRA IN ESILIO
NEL <<LAGHER>> DI MITTERNDORF
A CURA DI LENINA BOCCHER E VITALIANO MODENA
PARTE SECONDA
1916
DAL 4 SETTEMBRE AL 31 DICEMBRE
( Proprietà Boccher )
Infelici trofei.
4 settembre. Sono stata a Vienna. Ho visto le tombe imperiali nel sotterraneo dei Cappuccini. Mi sentii commossa e piena l'anima di venerazione affettuosa presso la tomba dell' imperatrice Elisabetta. E rammentavo i versi del Pascoli, quando dice a Luccheni (l'anarchico italiano Luigi Luccheni pugnalò mortalmente Elisabetta imperatrice d'Austria, sposa dell' imperatore Francesco Giuseppe, mentre stava per imbarcarsi su un battello):
"Niuna l'invidiò che il lento figlio aspettasse
nell' abituro battuto dal vento...
niuna nel mondo in cui si piange e muore,
fuorché tua madre, dopo il tuo delitto!
5 settembre. Ieri, a Vienna, sono entrata anche nella "Palmenhaus" ("Serra delle palme"), mi sembrava un lembo di paradiso terrestre rimasto per prodigio in questo povero mondo. Ho visitato anche la "Kriegsaustellung" ("Mostra di guerra"), Passavo per le sale col cuore stretto. Vedevo cannoni, fucili, aeroplani; lavori di soldati, notes, quadretti, medaglie, tolte ai prigionieri od ai morti; cappelli di bersaglieri italiani, fiale da campo, cartoline col segno d'Italia, fazzoletti sui quali era stampata la carta geografica del bel paese, biglietti scritti. Fremetti alla vista di un berretto russo squarciato e spruzzato di sangue; ho pianto davanti a un quadretto, custodito in una scatola, che aveva posato sul cuore d'un soldato; ho pianto davanti a pezzi di vestiario rattoppati con grossi punti radi da un infelice. Su quell'edificio che racchiude l'esposizione di guerra scenda il tuo sguardo, Signore. Vedi, vedi ... E vedi i campi cruenti donde quest'infelici trofei sen vennero, e poni termine Tu, al macello, Signore!
7 settembre. Son giunti i profughi di Vallarsa. Uno spettacolo miserando. Gente abbattuta, sbigottita, dominata da un pensiero solo: trovare un rifugio. E qual rifugio trovate qui? Trovate le baracche fabbricate sulle paludi nelle quali dovrete soffrire quello che ancor non avete sofferto.
Una moltitudine di gamelle.
9 settembre. È venuto a farmi visita un soldato amico di mio fratello. È stato a Borgo pochi giorni or sono. Parlammo a lungo dei nostri paesi ed egli mi descrisse i vandalismi che vi si fecero. "Sono stati i nostri" - diceva a voce bassa il soldato; "per difenderei", soggiungeva con un sorriso amaro.
15 settembre. S'è incominciato il nuovo anno scolastico. In questi primi giorni non si fa che esaminare gli scolari, per assegnar loro la classe corrispondente.
18 settembre. Ho incominciato la scuola. N e sento la responsabilità e temo. Ho le ragazze fra i 13 e i 15 anni.
22 settembre. È venuta una nuova collega, la cui conoscenza mi ha cagionato una lieta sorpresa. È la figlia della mia maestra Camilla de Manincor.
22 settembre. Stanotte c'è stata una lieve scossa di terremoto.
4 ottobre. Grande solennità per 1'onomastico dell'Imperatore. Alla S. Messa assistette anche il Barone coi suoi impiegati. Costoro non vanno mai ad ascoltare la Messa, se non quando si celebra per l'Imperatore, nel suo natalizio e nel suo onomastico. Certo, se il Signore benedice il monarca, è in grazia di queste Messe di parata ...
6 ottobre. È venuto un soldato amico di mio fratello a cercare di lui. Lo pregai di accomodarsi e di aspettare un po', sarebbe venuto subito. Intanto m'interessai d! lui, e gli feci qualche domanda di quello ch' egli pensa della guerra. Egli disse calmo e persuaso: "Felici i morti nell' agosto 1914 !"
11 ottobre. Dopo pranzo sono andata in baracca a vedere i miei cari. All' l e 20 venne a casa il nipotino di mia cognata, piangendo, colla scodella vuota, senza aver mangiato. S'era presentato alla porta della sala dove si fa "Ausspeisung" ("Refezione ") degli scolari, già alle 11, e non era riuscito a poter entrare, perché il suo nome non era stato chiamato sulla porta, e solo i chiamati, uno alla volta, potevano entrare. Volli andare a vedere io stessa quel che si faceva. Giunta presso il baraccone dell' "Ausspeisung", ho visto una moltitudine di bambini e bambine che scuotevano le gemelle e gridavano impazienti di entrare. Sulla porta stavano due ragazze addette alla cucina degli scolari, che strillavano cognomi e nomi. Di quando in quando giungeva sulla porta uno dei chiamati, che era stato capace di farsi strada fra la ressa dei compagni. Quelli che non erano capaci di lavorare a gomitate per farsi strada, dovevano starsene indietro, benché chiamati ad entrare. Eran presto le due e molti bambini erano ancora lì fuori che aspettavano il pranzo. "Bisogna rimediare ad un tal disordine", pensavo, "e a chi spetta intromettersi ?" Mi avviavo verso la baracca delle maestre, quando incontrai l'Ispettore scol. che ritornava dalla "Kantine" ("Mensa"). Pensavo che la cosa avrebbe dovuto interessarlo, gli dissi che molti bambini erano ancora senza pranzo e che sarebbe necessaria una regola migliore di quella che ho visto usar oggi per l'entrata dei piccoli all' "Ausspeisung". L'Ispettore rise sonoramente e mi rispose che doveva esser così, perché non si può far altrimenti con tante porzioni. E mi guardava con una certa aria che pareva dicesse: "Povera esaltata, bada ai fatti tuoi". "Le farà Dio le porzioni, un giorno !"), gli dissi a voce alta quasi gridando. O Signore, non è ancor venuto il tempo di perdonarci e liberarci? Pietà, Signore, pietà di questo popolo, più disgraziato di quello che gemeva nella cattività babilonese!
12 ottobre. L'Ispettore che ieri non s'interessò per la fame di quei scolaretti che alle 2 non avevano ancor ricevuto il pranzo, oggi è venuto a dirmi di condurre le mie scolare al cinematografo.
13 ottobre. Sono stata a vedere di una mia scolaretta, che da alcuni giorni non frequenta la scuola, e mi fu detto essere ammalata. La trovai a letto. Non accusa malessere. Dice solo di sentirsi assai debole. È molto pallida e dimagrita. Il suo papà è andato in Italia prima della guerra. La mamma con altri due figli era stata condotta a Katzenau, poi aveva domandato di poter venir a Mitterndorf. Sono qui da alcuni mesi. La povera donna, che però veste elegantemente e ha maniere signorili, mi disse guardando la sua figlioletta: "Spero che la mia Dolores migliorerà; ma il cibo che ci danno, veramente non vorrebbe lasciarmi sperare ... " Tacque un momento cogli occhi sempre fissi sulla bimba, poi proruppe: "Ma se questa piccola avesse a morirmi, come una leonessa mi getterei su coloro che ci affamano !"
17 ottobre. L'Ispettore mi ha domandato se volessi prendermi l'incarico di condurre al bagno i ragazzi delle varie classi, una per volta, e sorvegliarli. Dissi di sì, per quelle povere creature. E oggi ho condotto al bagno i ragazzini di seconda. Quale spettacolo doloroso quei corpiccioli nudi, esili, scheletriti dei poveri bimbi affamati.
"È questione d'abituarsi".
19 ottobre. A pranzo, ho mangiato meno della metà di ciò che ho ricevuto; il resto l'ho portato ai miei genitori. La mamma mangiò avidamente: era affamata. lo sono rimasta con lo stomaco quasi vuoto e sono andata a scuola, e ho fatto 3 ore di lezione col cuore pieno d'angoscia.
20 ottobre. Avevo scritto agli "Artigianelli in Trento di spedirmi alcuni libri. Oggi ho ricevuto una cartolina, in questi termini: "Il giorno 11 corr. abbiamo fatto la spedizione di libri a coprimento del Suo credito di Cor. 15.50. Ma oggi ci vennero ritornati dalla Censura, perché tutti libri editi in Italia, e di questi non se ne possono più spedire".
21 ottobre. In baracca oggi non hanno ricevuto punto del pane; invece furono date 60 patate da spartirsi fra 8 persone. Oggi io ho ricevuto 1/8 di pagnotta.
22 ottobre. Si dice che a Vienna è stato assassinato il Presidente dei Ministri. Molti traggono belle speranze da questo fatto, e non si curano di nasconderle.
30 ottobre. Mi è giunto un invito dall'Ufficio capitanale di Svetin, in Moravia, di recarmi subito colà a fare la scuola ai profughi di nazionalità italiana che sono in quel paese. Ne ho parlato subito all'Ispettore scol., che mi ha detto essere difficilissimo ch' io ottenga il permesso di andarmene. C'è troppo bisogno di maestre per la scuola di qui.
31 ottobre. Il Barone ha già telegrafato al Capitanato di Borgo che essendovi gran bisogno di maestre in questo accampamento non intendono sprovvedersi di me. Il pensiero di poter andarmene mi lusingava, ma la difficoltà di prendere con me i miei genitori mi persuase che è forse meglio rassegnarsi a star qui, finché si potrà andar nei nostri paesi. Non può esser molto lontano il giorno del rimpatrio.
1° novembre. Oggi la nostalgia ci stringe più che mai il cuore, e l'esilio sa di più intenso dolore. Sono andata con le mie scolare al cimitero. Mons. Brognolli vi fece un discorso. Lo avrei voluto sentire altre parole. Avrei voluto che invece di perorare così a lungo la causa dei morti, avesse invece pregato, scongiurato i morti di sorger a spegner la guerra che dilania i vivi.
10 novembre. Ho ricevuto una cartolina da mio fratello. Scrive in data 7 corr.: "Da ieri a mezzogiorno viaggiamo in treno; non so ove siamo, certo però vicini ormai a Cracovia".
13 novembre. Da tre giorni riceviamo a colazione solo un po' di tè e con questo dobbiamo star fino a mezzogiorno e lavorare.
14 novembre. Ho ricevuto una cartolina da mio fratello. Scrive in data 8 corro da Cholm.
15 novembre. Oggi abbiamo avuto vacanza, perché è la festa di S. Leopoldo, margravio d'Austria.
18 novembre. Sono stata a scuola dalle 8 alle 12 quasi digiuna. Non ho potuto bere il tè perché mi ripugnava troppo; non ho potuto mangiare il pane pessimo. Ero stanca, nervosa, avevo mal di testa. Le mie scolare mi raccontarono che a colazione avevano ricevuto minestra acida e fredda.
21 novembre. L'Ispettore scol. mi ha portato il nuovo orario ch' egli ha stabilito per la mia classe: scuola fra le 11 e l'una e fra le 3 e le 6. Si potevano stabilire ore meno opportune per l'istruzione? Ma bisogna adattare l'orario delle lezioni ai pasti. Bisogna che le ore d'istruzione precedano immediatamente il pranzo e la cena, affinché gli scolari, dopo le lezioni, si possano subito condurre dalla scuola alla sala da pranzo. Non sarebbe stato meglio lasciar che gli scolari dopo la scuola vadano a casa, voglio dire in baracca, e ricevano ivi la loro razione, e mangino presso i loro cari? Ohibò! Le madri mangerebbero le porzioni destinate ai loro figlioletti e questi deperirebbero! "Come? Questo pericolo c'è? Le madri ch'io ho conosciuto finora si levano il pane di bocca per darlo alle loro creature. La sua mamma l'ha conosciuta lei? A me, sembrerebbe di fare un torto enorme alla mia se pensassi che può esserci una mamma capace di fare quello che ha detto lei". "Perché ella, maestra, è un' esaltata". "Grazie. Se non lo fossi, lo diverrei ora: sento bene. Ma dica, Signor Ispettore, come faranno le mie scolarette a reggere fino all'una, colla miserabile colazione che ricevono alla mattina?" "È questione d'abituarsi. A rivederla". Giusto Iddio t Pietoso Redentore, che sentiste pietà della turba affamata che vi aveva seguito, abbiate pietà di questi profughi e salvateli, e vendicateli Voi, Protettore dei deboli, Vindice degli oppressi. E dite ai vostri ministri che almeno essi non rinforzino la schiera dei nostri oppressori, e se vogliono far questo rinunzino prima al titolo di ministri vostri per non toglierci ancora l'ultima fede.
Imploriamo pace e pane.
22 novembre. Il nostro Imperatore è morto. Sui giornali tedeschi, usciti già ieri e oggi qui giunti, si legge: "Se.k.u.k. Apostoliche Majestat Franz Ioseph I sind heute, am 21. November, um 9 Uhr abends, im Schloss Schònbrunn sanft im Herrn entschlafen" ("Sua Maestà imperiale, reale e apostolica Francesco Giuseppe I è spirato dolcemente nel Signore, oggi, 21 novembre, ad ore 9 di sera, nel castello di Schònbrunn").
25 novembre. Ho letto a papà alcune righe del proclama del nuovo Imperatore "Ai miei popoli". Il pover' uomo si commosse fino alle lacrime. lo smisi di leggere. Poveri vecchi cuori fedeli, malgrado tutto t Ben meritereste, che per il cuore e per il segno di colui che è or ora salito al trono, la guerra cessasse, e venisse la Pace a restituirvi i figli vostri ancor vivi ! Carlo I chiama Dio in testimonio del giuramento ch' egli fa di vivere per la felicità dei suoi popoli. Voglia ricordarsi anche di tante migliaia di profughi che non possono esser felici nell'esilio!
28 novembre. Ho domandato alcuni giorni di riposo. Mi furono concessi a stento due giorni. Non reggevo più nella scuola. Oggi ho riposato ma ho patito fame. Ho pianto di fame, come una bambina. E pazienza per me, ma la fame dei miei genitori che vedo deperire a vista con la disperazione nel cuore, la fame dei nostri martiri sul campo, la fame di tanti poveri bambini t E la sete, la sete d'oro degl'impresari, degli sfruttatori, dei carnefici ! Dio, Dio ! Padre nostro, che siete nei cieli ! Siete Voi ormai da noi tanto lontano e di noi tanto stanco, da non sentir più il nostro grido implorante perdono, tregua, pace? Pace, mio Dio t Pace che ridoni quelli che sono ancor vivi, pace che ci dia il pane che Voi c'insegnaste a domandar.
4 dicembre. La scuola mi stanca, senza darmi nessuna soddisfazione. Oggi alle 4 non ci si vedeva più. Le scolare non potevano scrivere perché non ci vedevano e io non sapevo quale lezione fare in quel buio.
6 dicembre. San Nicolò, l'onomastico di papà. Stamattina le donne fecero irruzione perché alle 10 non avevano ancor ricevuto il pane. Poliziotti e soldati fecero del loro meglio per indurre le tumultuanti a ritornare nelle baracche promettendo loro che il pane le avrebbe seguite. Dopo pranzo son venute 22 delle mie scolare a dirmi che erano tanto affamate e che a pranzo avevano ricevuto pochissimo. Le disposi in fila nel corridoio, ove mette l'uscio della mia stanza, e mandai a chiamare la Direttrice dell' "Ausspeisung" ("Refezione"), che vuol essere chiamata "Leiterin der Kinder" (" Direttrice dei bambini"), e non sa una parola in lingua italiana. Essa venne subito, e io dinanzi alle mie scolare le dissi ciò che queste m'avevano detto circa il pranzo, pregandola a voler gentilmente disporre, affinché le ragazze ricevessero ancora qualche cosa da mangiare; altrimenti io le avrei esonerate dal venire a scuola stasera. La signora rispose con un solenne "unmòglich" ("impossibile"). E soggiunse che anzi oggi la scolaresca aveva avuto un pranzo abbondante. Una delle mie scolare (Maria Villa, da Mori) trasse fuori di sotto lo scialetto la gamella: c'èran dentro dieci fagioli contati. E mi disse in presenza della signora: "Non ne ho mangiato neppure uno, per farli veder tutti a lei, signora maestra". La "Leiterin der Kinder" mandò a chiamare la donna che aveva distribuito le razioni alle mie scolare; quella venne, confessò che la minestra oggi è stata scarsa, e che fagioli non ne ha avuto per tutte le ragazze. E volgendosi verso quelle che èran lì disse loro che dovevano vergognarsi di aver osato lamentarsi. "No, - dissi io per loro, - non devono vergognarsi di dir la verità: esse hanno fame, e se non hanno ricevuto da mangiare, han diritto di dirlo alla loro maestra, e io ho il diritto di interessarmi per esse". La conclusione fu che la "Leiterin der Kinder" ordinò che per questa volta si conducessero le scolare ivi radunate in sala da pranzo, e venisse loro data ancora una porzione di minestra.
7 dicembre. Ho accompagnato le mie scolare a pranzo e a cena: oggi sono state trattate meglio.
9 dicembre. È presto mezzanotte. Ho lavorato finora per la scuola, benché oggi ci sia vacanza ... per festeggiare la presa di Bucarest.
12 dicembre. Ieri ho vegliato fino a mezzanotte, leggendo e pregando e piangendo. Coricatami, dopo un breve sonno, fui svegliata da uno scossone: pareva che ci fosse stato il terremoto. Stamattina tutti parlavano del terremoto di stanotte; stasera qualcuno parla sottovoce di un' esplosione in una fabbrica di munizioni.
22 dicembre. Domani è l'onomastico del Barone. Le maestre gli mandarono i loro auguri per mezzo di una bambina cui furono insegnati alcuni versi in lingua tedesca. E mentre la bimba parlava, un ragazzetto porgeva al Barone una pianta di azalea comperata a Vienna per 75 K. Il Barone, commosso, quando la bimba ebbe detto l'augurio, si chinò piegando il ginocchio a baciarla.
23 dicembre. Festa per gli scolari, per l'albero di Natale. L'albero, adorno di cosuzze scintillanti, splendido di lampadine elettriche, stava all'incrocio dei corridoi, nell'edificio scolastico. Cinque bambine vestite di bianco facevano da angioletti presso l'albero ai cui piedi era collocato il presepio. Venne il signor Barone con altri signori. Bambini e bambine recitarono dialoghi in lingua italiana e poesie in lingua tedesca; e presentarono auguri a quel signori.
25 dicembre. Natale! Natale nell'esilio. Triste Natale.
26 dicembre. Tutti dicono che siamo vicini alla pace, che verrà presto. Come fanno a saperlo? Donde vengono queste belle notizie? Dai giornali? Solo dai giornali?
31 dicembre. Ultimo giorno dell'anno. Sono ritornata nella mia stanzetta all'ora della cena e adesso son qui sola. Ho cercato, fra i miei pochi libri, qualche pagina
che mi dica qualche cosa di bello e di buono, mentre veglio aspettando il sorgere del nuovo anno ...
Organizzazione dell'accampamento e socialità
Direzione dell'accampamento: Commissario governativo e comandante era il barone Viktor Imhof (sostituito nel 1918 dall'ing. sup. F. Schmidkunz).
Ispettorato dell'accampamento: Ispettore generale era il dotto Cesare Loss, col compito di provvedere all' ordine, alla sistemazione nelle baracche, a distribuire oggetti di vario genere e a dispensare il cibo. L'Ispettore dirigeva i capisezione che a loro volta coordinavano 7 -8 capi-baracca.
Cancelleria d'evidenza: teneva l'anagrafe della popolazione (piuttosto fluttuante), disbrigava pratiche e dava informazioni legali.
Segretariato del popolo: aveva lo scopo di aiutare i profughi, di dare informazioni, di stendere domande d'ogni tipo: suppliche, ricorsi, domande di sussidio militare, di trasferimento, di rimpatrio, di pensione ...
Delegato del "Comitato profughi" di Vienna: era il consigliere aulico Bonfioli Cavalcabò, che aveva il compito, tra l'altro, di prendere in esame i reclami inoltrati.
Ispettorato scolastico: Ispettore era don Cesare Tiso, professore del Collegio vescovile di Trento, che soprintendeva a una quarantina di classi di scuola elern. con altrettanti maestri, in gran maggioranza donne, all' asilo, all' orfanotrofio maschile e femminile, al ricovero.
Coordinatore dei sacerdoti trentini: mons. Luigi Brugnolli, parroco di Borgo Sacco.
Medici trentini del campo: dotto Botteri e dotto Bertoldi.
Suore francescane missionarie di Maria (suore bianche): conducevano l'orfanotrofio femminile, gli ospedali, i ricoveri, l'asilo.
Suore della Venerabile Capitanio (suore nere): conducevano l'orfanotrofio maschile.
Suore canossiane: dirigevano (nell'ultimo anno) le cucine.
Altri servizi: chiesa, ambulatori (anche specialistici), bagni, scuola serale, corsi per apprendisti, gendarmeria, pompieri, telefono, telegrafo, posta, "Kantine" (mensa), casa del popolo con cinema, teatro, giochi, biblioteca, ...
Attività produttive: falegnameria, sartoria, fabbrica delle scarpe, laboratori e officine.
Altre occasioni di aggregazione: "Schola cantorum", banda musicale, filodrammatica, orchestrina, ...
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