DOMENICO FRAINER "MINICO"
"IL SOLDATO CHE "VISSE DUE VOLTE"
di TGR RAI - Trentino
Domenico Frainer protagonista di un incredibile scambio di persona
Durante la seconda guerra mondiale fu dato per morto. In realtà tornò a casa sano e salvo dopo che aveva prestato la giacca con i suoi documenti a un commilitone caduto in battaglia
una storia che a Marter di Roncegno, in Valsugana, è ancora viva tra i più anziani.
E’ quella del soldato Domenico Frainer, da tutti chiamato “Minico”, classe 1910, morto nell’ottobre del 1985 all’età di 75 anni.
Una storia che ci riporta al tempo della Seconda Guerra Mondiale. All’epoca Domenico Frainer era stato chiamato alle armi e inviato a combattere sui fronti dell’Albania, della Grecia e della Francia. Lui aveva quasi 30 anni ed era fidanzato con una giovane del posto, Anna Boccher.
“Minico” era un soldato di carattere aperto e di animo generoso e forse anche per questo, un gelido giorno negli ultimi mesi di guerra, prestò la sua giacca a un commilitone che soffriva il freddo. In quell’indumento però lasciò forse inavvertitamente il suo documento di identità. Ed è a questo punto che comincia la incredibile storia di cui Domenico è protagonista involontario.
Il giorno dopo, infatti, il soldato al quale aveva prestato la giacca morì tragicamente in uno scontro con le forze nemiche. Al momento di identificarlo, i commilitoni frugarono nella tasche e trovarono il documento personale di Domenico Frainer. Convinti che fosse lui il soldato perito, venne informata a Marter la famiglia, alla quale fu raccontato che il loro caro era morto sul campo di battaglia. La notizia si diffuse presto in paese e tante persone si strinsero attorno ai familiari per quello che doveva essere uno dei tanti lutti provocati dalla guerra.
Il giorno dopo, nella chiesa di Marter, venne officiato il rito funebre. Poi nel vicino cimitero fu allestita anche la lapide con la tomba che simbolicamente doveva contenere i resti di Domenico Frainer. In quell’occasione il papà di Anna, fino allora poco entusiasta dell’eventuale matrimonio della figlia con Minico, avrebbe aperto il cuore affermando che se per un puro miracolo fosse ritornato, non avrebbe mai più disprezzato quel matrimonio.
Dopo qualche tempo giunse ad Anna una cartolina, con calligrafia inequivocabile del fidanzato, che riportava una data successiva alla presunta morte di Domenico, mettendo così in dubbio la fondatezza della triste notizia.
La cartolina venne portata alla Stazione dei Carabinieri dove, dopo gli opportuni accertamenti, venne accertata la notizia che Minico doveva essere ancora vivo e che, essendo prossimi alla fine della guerra, avrebbe addirittura potuto far presto ritorno a casa. Sollevati da questa impensabile bella notizia, i familiari ripresero a sperare.
Domenico Frainer con alcuni commilitoni
E fu così che un bel giorno, dopo tutti i lunghi anni di guerra, Minico varcò la soglia di casa per riabbracciare i suoi cari. Prima di tutti strinse al cuore la mamma Angela che in un primo momento non lo riconobbe anche perché fisicamente depresso e denutrito. Ma quando le disse: “mamma sono tuo figlio Minico”, lei, fra sgomento ed incredulità, svenne.
Ripresasi, il figlio “resuscitato” fu subito festeggiato in famiglia e dai compaesani. Poi "Minico", portato a conoscenza del suo “funerale”, si recò al cimitero per fotografare e meditare sulla “sua tomba”. Va detto anche che il suo grande passatempo era sempre stato la fotografia che poi esercitò, forse come unico fotografo in Valsugana, per tanti anni.
Nel gennaio del 1949 Minico e Anna si sposarono e trascorsero una lunga felice vita assieme. Dalla loro unione nacquero tre figli esemplari. Inizialmente gli sposi si trasferirono per lavoro in provincia di Como e poi, ritornati a Marter, Minico fu assunto dal comune di Roncegno come bidello presso le locali scuole elementari, dove trasferì anche la sua residenza.
Minico fu poi uno dei promotori e grande collaboratore all’interno di alcune associazioni locali in particolare Alpini e Combattenti e Reduci.
Domenico Frainer con la moglie Anna Boccher