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In una gavetta la storia dell’alpino Mario Frainer
Roncegno Notizie Anno XXI n.2 Agosto 2006
Questa è la storia di una gavetta. Di una ciotola utilizzata per il rancio militare. E del viaggio che fece, sessant’anni dopo, per ritornare al suo padrone. L’alpino MF-17–TN. «...Una gavetta caduta dal convoglio militare che attraversava la pianura padana sulla linea Milano-Venezia trasportando artiglieri e muli dal Piemonte a Brunico, nell’imminenza del secondo conflitto mondiale e ricomparsa a centinaia di chilometri di distanza nei pressi di Montefosca, ai piedi delle alpi Giulie; sul versante opposto c’è Caporetto, in Slovenia. Era il 1976, e tutti si davano da fare e s’aiutavano a riparare i danni che il terremoto aveva ingentemente provocato al Friuli. Nel corso dei lavori di ripristino in un casolare emerse la gavetta, conservata poi per anni da chi la trovò. Il nipote di costui, Gian Franco Zamero, collezionista di cose di quel genere, se la fece dare e s’incuriosì: portava ben visibile la scritta: MARIO FRAINER – 17 – TN. Le ricerche, partite con un’inserzione fatta pubblicare da Zamero sulla rivista nazionale L’alpino, hanno raggiunto alla fine lo scopo desiderato. Quella gavetta (comunemente gamella) era di Mario Frainer di Roncegno, nato il 16 giugno 1917, vivente, residente a Maso Fraineri. Questi dati gli giunsero dal figlio stesso di Mario, Paolo, informato dell’annuncio. La cosa, a questo punto, interessò ai due rispettivi gruppi degli alpini che s’incontrarono in terra friulana: un pranzo per la reciproca conoscenza, lo scambio d’esperienze, la scoperta di affinità, il sorgere di amicizie. A sera, la delegazione degli alpini roncegnesi fece rientro con il prezioso cimelio. Sabato 22 aprile 2006 la gavetta è stata riconsegnata al proprietario a casa sua, tra gli abitanti del maso. A Mario, con la gavetta, sono stati donati dal capogruppo degli alpini Bruno Sandonà la tessera di socio del gruppo e dal sindaco Vincenzo Sglavo il gagliardetto del Comune. Presenti alcuni alpini, i familiari, i vicini convenuti per partecipare insieme all’avvenimento e contribuire a un po’ di festa attorno a un tavolo imbandito nella corte. Mentre la conversazione si sviluppava e le domande si susseguivano, si scopriva che quella gavetta sollecitava l’affiorare dei ricordi che riportavano inevitabilmente alla guerra. Allora Mario apparteneva come militare di leva al 5° reggimento artiglieria alpina, costituito nel 1936 per partecipare in Africa alle operazioni per la conquista dell’Impero. Scoppiata la guerra, Mario vi si trovò immerso prima in Albania e Grecia, e poi in Iugoslavia dove non erano infrequenti gli scontri con i partigiani. Raggiunse Roncegno e vi rimase munito di un permesso speciale ottenuto su richiesta della famiglia. Ciò gli consentiva di operare qui come militarizzato. Fu per lo più a Cinquevalli, addetto all’attività estrattiva nelle miniere. Dopo l’8 settembre 1943 si trovava a Pergine e, avvertito dell’imminente arrivo dei tedeschi in Valsugana, s’incamminò per la montagna raggiungendo Cinquevalli. Lassù continuò a lavorare per la Todt, addetto al taglio del legname di cui i tedeschi necessitavano. Ricevuta la cartolina precetto di presentarsi al reclutamento per la Russia, ottenne dal comando militare tedesco a Roncegno di poter rimanere in zona per proseguire nel proprio lavoro. E qui attese la fine della guerra. Nel 1966 a Mario Frainer, appuntato del 5° artiglieria del gruppo “Lanzo” - 21a batteria “Tasi e tira”, fu conferita una croce al merito di guerra dal comandante del distretto militare di Trento». V.M.
(estratto da “Voci Amiche”, maggio 2006)
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