I primi soccorsi - Gruppo Alpini Roncegno

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I primi soccorsi

La 1a G.M.



I PRIMI SOCCORSI

di Vitaliano Modena



Più testimonianze evidenziano la disponibilità della gente del posto a soccorrere i profughi in vario modo.
Ci misero in una stanza illuminata del municipio. Arrivarono i vicini, boemi, con latte, pane, speck e altro ancora: ci fornirono pure arnesi e utensili indispensabili alla vita di una famiglia. Appena giunti, visto il piccolo che la mamma teneva in braccio, s'affrettarono a portarci un piumino. Una signora trentina là residente, che aveva sposato un addetto alla cancelleria della pretura, ci aiutò a superare varie difficoltà. Ero da poco in Boemia, quando andai afare un giro in piazza fra le bancarelle del mercato. Mi s'avvicinò una signora distinta; notando che ero scalza, mi chiese chi fossi. Non tardò a capire la mia provenienza, m'accompagnò da un rivenditore di calzature e acquistò per me un bel paio di scarpe. Le uniche che possedevo, le avevo perdute nella discesa verso Canezza il giorno dell'evacuazione del paese. I bambini boemi mi invitavano a casa loro anche a mangiare. Ricordo che bisognava togliersi gli zoccoli prima di entrare in casa. A tavola mi offrivano canederli, minestra nutriente, pane e perfino dolci.



Boemia, Bechin. Sedute, da sinistra: Ottilia Montibeller e Giuseppina Jobstraibizer;
dietro da sinistra: Gisella Dalprà, Erminia Montibeller, Ottilia Zottele, Erminia Zottele.



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25/02/2023
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