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IL TEMPO DEI FICHI SECCHI
(testimonianza - riepilogo)
di Vitaliano Modena
Mitterndorf. Ad Anna Montibeller giunse questa foto dal cugino Emilio Montibeller,
ricoverato presso l'ospedale di Vienna.
Vi fu, anche a Mitterndorf, un periodo bello, quando il formaggio finiva giù per i "cornici", ma poi venne ·il tempo della broda con due costine di cavallo e due, tre fichi. Si lavorava fino a venerdì. Il sabato mattina si faceva pulizia all'interno della fabbrica. Nel pomeriggio si andava nei paesi circostanti alla ricerca di cibo; si arrivava anche in Ungheria per "cucuruz" (granturco). Gli ungheresi venivano verso il confine. Noi ne acquistavamo anche dieci, dodici chili, che nascondevamo in una doppia gonna cucita a questo scopo. Uno di Marter lo macinava con un piccolo mulino a mano. Nell'acqua veniva messo tutto il macinato, e così si otteneva una specie di polenta di farina e semola insieme, cotta in un paiolo fra due sassi, in riva al fiume. All'interno delle baracche la sistemazione migliorò col passare del tempo. Si ebbe più spazio, lettiere di ferro e perfino qualche lenzuolo. Ma il cibo peggiorava sempre. lo mi feci trasferire allora nella cucina del bar-trattoria, e me la passai meno male. Quando mi toccava il turno della mattina presto, preparavo del tè, lo mettevo in una gamella chiusa e lo portavo a mio cugino Mario, per i panettieri del forno; in cambio ricevevo una pagnotta che dividevo in casa con i miei fratelli. Questo lo potei fare per diverso tempo, sostentando tutti i miei. Talvolta trovavo qualcosa da comperare nel piccolo negozio del villaggio o in un paesetto vicino, dove arrivava qualche bancarella (i soldi non mi mancavano, perché ricevevo un salario). È stato comunque un periodo nero, il peggiore della mia vita.
Mitterndorf. Gruppo medici (seduti) e infermieri, fra questi ultimi Giovanni Tesainer, il quarto da sinistra.
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