Itinerario 12 - Gruppo Alpini Roncegno

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Itinerario 12

La 1a G.M.

TUTTI I TESTI E LE CARTINE SONO TRATTI DAL LIBRO
"ITINERARI DELLA GRANDE GUERRA IN VALSUGANA ORIENTALE E TESINO"
DI LUCA GIROTTO E FRANCO GIOPPI


12° Il Caposaldo italiano di Monte Lefre



Imponente spartiacque proteso verso ovest tra la Valsugana e la valle del Chieppena, lo sperone di Monte Lefre ("Levre" nella cartografia d'epoca) rivestì durante la prima guerra mondiale un ruolo importante per le forze italiane avanzate lungo l'asta del Brenta. Dall' alto dei suoi strapiombanti 1.305 metri di altezza esso permetteva di controllare l'intera conca valliva tra Agnedo e Borgo, con gli sbocchi della valle del Maso e di quella del Ceggio a nord, nonché della Val Coalba e della Val di Sella a sud.
Semplice osservatorio d'alta quota per il comando della brigata Venezia fino alla primavera del 1916, esso assurse a fondamentale caposaldo della prima linea italiana dopo il ripiegamento imposto dall' offensiva austriaca del maggio 1916. Risalgono a quell'epoca i labirintici camminamenti che collegano la vetta con l'abitato di Pradellano verso nord e con la piana tra Ospedaletto ed Agnedo a sud. Con il trascorrere dei mesi e dopo alcuni vani attacchi austriaci ai suoi ripidi versanti, il consolidarsi dello schieramento italiano attraverso la Valsugana, tra Monte Cima a nord e Cima Caldiera a sud, conferì al Monte Lefre il ruolo che nel ' 15 il Monte Panarotta aveva rivestito per gli austroungarici, ossia quello di postazione d'artiglieria e osservatorio d'alta quota sulla Valsugana: i reparti del genio militare ne crivellarono la sommità, lasciando talora iscrizioni commemorative, con caverne destinate ad accogliere riflettori (come nel caso di quella posta al di sotto del Belvedere), cannocchiali, telemetri, depositi di munizioni ed artiglierie a lunga gittata in grado di sparare non solamente sul fondovalle ma addirittura sull'antistante acrocoro settentrionale dell' altopiano dei Sette Comuni. Nel giugno del 1917 le batterie del Lefre poterono pertanto prendere efficacemente parte alla battaglia dell'Ortigara, bersagliando anche le vie lungo le quali l'avversario avrebbe potuto far salire rifornimenti e rinforzi dalla Valsugana alle prime linee. Fu dall'osservatorio del Lefre che nel settembre 1917 gli alti comandi italiani istruirono sul terreno e sulle modalità dell'azione gli ufficiali destinati a dirigere l'operazione passata alla storia come "il tradimento di Carzano".
Dopo la battaglia di Caporetto, a causa del ripiegamento sulla linea che dal monte Grappa scendeva all' Adriatico lungo il Piave, anche monte Lefre venne evacuato dagli italiani che vi abbandonarono immense quantità di munizionamento, materiali logistici e viveri. Ormai tatticamente ininfluente e pertanto trascurato dall'avversario, il monte ritornò nell'anonimato fino al 1918. Nel primo dopoguerra esso ebbe tuttavia un nuovo, anche se breve, periodo di gloria divenendo fonte quasi inesauribile di materiali per la ricostruzione e di residuati bellici per i recuperanti.

Al caposaldo si può accedere in automobile oppure a piedi.

• Nel primo caso, imboccata la provinciale per il Tesino come per gli itinerari già citati e superato il Ponte della Galina posto poco dopo l'abitato di Bieno occorre deviare a destra (bivio a 15 Km circa da Borgo) e seguire le indicazioni che attraverso il villaggio di Pradellano conducono al rifugio Monte Lefre (parcheggio e ristoro nei mesi estivi).

• Nella seconda ipotesi, invece, usciti dall'abitato di Fracena (est) si segue la strada per San Vendemmiano e dopo l'impluvio che contiene il grande sfaldamento delle Masgere incamminarsi (sx) lungo la mulattiera delle Volte che, senza sosta, risale tutto il versante meridionale del monte. La via, sempre marcata dai segnali SAT n° 329, si sviluppa attraverso pinete e boschi misti di faggio ed abete, interrotti nella parte superiore da brevi terrazzi prativi e da casali di monte. Da queste baite, con ampio giro a semicerchio, il percorso costeggia tutto il terrazzo sommitale del rilievo e in leggera discesa finale porta l'escursionista al rifugio già segnalato.

• Le opere militari più sopra illustrate sono ubicate immediatamente a sera di quest'ultimo e per la loro particolare posizione offrono, oltre all' interesse storico, una veduta davvero mozzafiato sull' intera Valsugana orientale.

• È preferibile effettuare il rientro lungo l'itinerario di salita anche se è possibile scendere a valle attraverso la più impegnativa e non segnalata mulattiera di Ravacena che si sviluppa sul versante settentrionale del monte (informazioni al rifugio).









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25/02/2023
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