Itinerario 8 - Gruppo Alpini Roncegno

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Itinerario 8

La 1a G.M.

TUTTI I TESTI E LE CARTINE SONO TRATTI DAL LIBRO
"ITINERARI DELLA GRANDE GUERRA IN VALSUGANA ORIENTALE E TESINO"
DI LUCA GIROTTO E FRANCO GIOPPI


8° Sulle strade del "Sogno di Carzano"



Il "Sogno di Carzano", che ebbe come protagonista nonché come principale cantore postbellico il col. Cesare Pettorelli Lalatta, fu un episodio oscuro, di complotto e tradimento, che mise a repentaglio la tenuta dell'intero fronte austriaco di Valsugana tra il Civeron ed il Salubio nella notte del 18 settembre 1917. Il passaggio al nemico di un gruppo d'ufficiali cecoslovacchi, capeggiati dal ten. Sloveno Lijudevik Pivko, responsabili di un battaglione bosniaco schierato sulla linea del torrente Maso all'altezza di Carzano, aveva permesso agli italiani di progettare uno sfondamento a sorpresa che avrebbe dovuto frantumare le difese austriache fino a Roncegno, aprendo la strada per Trento grazie all'azione decisa di alcuni battaglioni bersaglieri. L'illusione durò tuttavia lo spazio di una sola notte, nonostante i comandi italiani avessero ammassato in retrovia oltre 40.000 uomini per sfruttare l'auspicato successo iniziale: esitazioni e deficienze logistico-tattiche determinarono ritardi intollerabili che bloccarono gli italiani tra Carzano e Telve fino all' alba quando, resisi finalmente conto della situazione, i comandi austriaci riuscirono a contrattaccare rigettando l'avversario sulle posizioni di partenza dopo avergli inflitto pesantissime perdite.
L'itinerario proposto porterà il visitatore lungo i luoghi degli scontri con un percorse ad anello sulle due sponde del torrente Maso.

• Partenza: Strigno (parcheggio presso la chiesa arcipretale).

• Dalla chiesa si sale alla piazza del paese e si seguono le indicazioni per Spera. La salita, appena sopra il paese, lascia scorgere nella parte alta di Strigno il "Casermone Austriaco" (l'attualmente dimessa caserma Degol), all' epoca sede del comando italiano responsabile dell'operazione e centro direzionale del col. Pettorelli Lalatta. Si trattava della ancora incompiuta caserma del Landesschützen, occupata dagli italiani ad inizio guerra e utilizzata per la protezione offerta dalle sue spesse mura e dai profondi sotterranei.

• La strada che porta a Spera offre meravigliosi scorci sulla conca di Carzano-Scurelle-Castelnuovo-Borgo dispiegando al visitatore l'intero teatro di battaglia della notte del 18 settembre 1917. All' ingresso di Spera, sulla destra, il capitello votivo presso il quale il col. Lalatta soleva incontrarsi nottetempo con il traditore Pivko nella "terra di nessuno".

• Da Spera un comodo sentiero scende alla frazione di Castellare, sede del primo avamposto bosniaco catturato dagli italiani dopo che il Pivko ne aveva drogato con del vino oppiato gli occupanti.

• Da Castellare, per strada asfaltata alla frazione Palua, anch' essa sede di posti di guardia austriaci, e da qui, per comodo tratturo, alla periferia ovest di Scurelle, presso il ponte di Carzano. L'attuale ponte, situato più a nord della passerella collocata dagli austriaci durante la guerra, permette di risalire alla piazza della chiesa di Carzano ove una lapide ricorda l'episodio bellico principale. L'iscrizione attuale sostituisce quella d'epoca fascista, molto più bellicosa ed astiosa verso l'antico avversario. Nella chiesa di Carzano furono inizialmente concentrati i prigionieri bosniaci catturati semiaddormentati nel villaggio.
Presso il medesimo santuario, nella corte dell'adiacente palazzo Buffa, vennero sommariamente sepolti i caduti italiani (in fossa comune) ed austriaci (in sepolture singole).

• Si supera Carzano, salendo attraverso i vicoli del paese in direzione di Telve, per portarsi poi sul rettilineo che conduce verso ovest agli impianti sportivi di quest'ultimo abitato. Qui, all'altezza del campo di calcio e subito prima dell'incrocio con la provinciale del Passo Manghen, sorge sulla destra, sotto il colle del "Roccolo", un bunker in cemento incassato nel dosso prativo. Si tratta del posto di comando del maggiore Lakom, responsabile del settore difensivo di Carzano, occupato dagli italiani nella notte del 18 settembre subito dopo che l'ufficiale era fuggito in direzione di Borgo. Sulla facciata, una iscrizione nel cemento ci informa dei costruttori: i militari del 2° battaglione del 36° reggimento fanteria austriaco, un reparto che si era coperto di disonore nel 1915 sul fronte orientale defezionando quasi al completo nelle linee russe.

• Proseguendo verso Telve si incrocia la già menzionata provinciale che sale al Manghen e la si segue per circa 200 metri: sulla sinistra, alto sopra la strada, sorge il cimitero di Telve ove erano dislocate le artiglierie austriache abbandonate dai serventi quando gli italiani vi giunsero a pochi metri senza scorgerle nel buio. Sulla destra una grande edicola votiva, il capitello di San Marco, ci indica quella che un tempo era la strada principale per scendere da Telve a Carzano. Imboccatala, la si percorre fino a tornare all' ingresso di Carzano (sul tornante: fontana e crocefisso), da dove una stradina interna ci farà scendere a nord-est dietro il colle di Monte Giglio, un tempo sede di appostamenti austriaci per mitragliatrici. Superato un lavatoio pubblico, la strada cala al torrente Maso (svoltare a destra) fino a giungere al moderno ponte sul corso d'acqua. Di fronte, sulla sinistra del torrente ed alle falde di Monte Frattoni, sorgono i rilievi sui quali si stendeva la cosiddetta "Testa di ponte di Mentrate", il complesso di postazioni avanzate austriache che si spingevano oltre il Maso e dalle quali partiva il nutrito fuoco che inflisse ai bersagli eri italiani le maggiori perdite durante il ripiegamento.

• Riattraversato il Maso, si segue la strada principale fino a superare il "Murazzo", opera d'arginatura idraulica eretta dopo il 1882 a protezione di Scurelle dalle devastanti piene del torrente e divenuto nel 1915 trincerone italiano. Oltre il "Murazzo" sorge la cartiera di Scurelle, all'epoca avamposto austriaco, da dove si raggiungono la piazza e la chiesa del paese.
Dal campanile di Scurelle un rettilineo di alcune centinaia di metri ci farà uscire dal villaggio in direzione est fino ad una stradina che, staccandosi sulla sinistra subito prima di un locale di ristoro, ci riporterà alla chiesa di Strigno ed all'automobile. Ad oriente, l'intera conca è dominata dal dirupato monte Lefre dal quale gli strateghi italiani avevano pianificato la sfortunata azione nei giorni precedenti il 18 settembre 1917.









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25/02/2023
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