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L'ACQUA ARSENICO-FERRUGINOSA
E LO STABILIMENTO BAGNI
di Vitaliano Modena
Prima di cominciare a parlare della guerra, delle prime avvisaglie e dei suoi effetti rovinosi,
soffermiamoci brevemente a considerare alcune componenti dello stato sociale ed economico di Roncegno sul finire dell'Ottocento e all'alba del nuovo secolo.
Questo nostro paese era avviato allora verso concrete prospettive di benessere per tante famiglie e la collettività, pur tra arretratezze, sacche di povertà e difficoltà, retaggio di un passato di oppressione senza fine.
L'attuazione del progetto turistico collegato con il termalismo aveva stimolato un'espansione di interventi migliorativi e nuove iniziative in paese che si integrarono con le conquiste della tecnica e gli interventi innovatori ideati per promuovere l' economia e la dignità dei più poveri.
Le conquiste e le speranze vennero bruciate dal flagello che si abbatté su una popolazione impotente a decidere, a resistere e a salvare ciò che è estrinseco alle persone e al patrimonio esistenziale di ciascuno, che pure subì prove e mortificazioni che lasciarono il segno.
La fine della guerra e la ricostruzione rimisero in vita una Roncegno più dimessa, più debole, più arida.
Il vigore precedente s'era disgregato con le distruzioni avvenute in patria, sui fronti di guerra e in terra d'esilio.
Due testimonianze aprono alla vista su Roncegno anteguerra.
Prima della guerra Roncegno fioriva. Il numero dei villeggianti presenti nel 1913 era elevato.
Alle Terme non si trovavano più camere libere, perciò si dovettero ricavare locali di fortuna: fu dimezzata, ad esempio, la palestra per la ginnastica e si utilizzarono anche le stanze dei camerieri. Venivano personaggi illustri. I Waiz offrivano lavoro a tante persone che imbottigliavano l'acqua medicinale, etichettavano le bottiglie, provvedevano alla spedizione per ferrovia. lo lavoravo in ufficio, addetta alla posta e all'archivio; mio padre e le sorelle facevano i bagnini.
I Waiz davano lavoro a molti anche d'inverno: il falegname aveva da aggiustare e lucidare, mia madre e altre donne rifacevano materassi, altri imbottigliavano l'acqua. I Waiz erano anche molto caritatevoli: ciò che avanzava nelle dispense dell' albergo alla fine della stagione lo facevano distribuire, sotto forma di pasti, fra la gente povera del nostro comune. Per tutto l'inverno i bisognosi potevano contare su una minestra per il pranzo preparata quotidianamente in una cucina presso l'asilo, che per lo più veniva portata a casa in gamella.
Fin dopo la metà del secolo scorso, Roncegno era pressoché sconosciuta.
Due fatti: la scoperta dell'acqua arsenico-ferruginosa e la costruzione di uno stabilimento di cura avviarono un processo evolutivo diretto a un'affermazione nel settore turistico e, conseguentemente, al potenziamento della compagine ricettiva.
Esso fu sorretto da persone rappresentative e da uomini disposti al nuovo e all'azione, e coinvolse parte della popolazione in prestazioni d'opera ambite.
L'efficacia delle terapie, la salubrità dell'aria e l'aspetto decoroso dell'ambiente garantirono il successo alle iniziative avviate.
Il prof. Achille De Giovanni in occasione della cittadinanza onoraria
che Roncegno concesse al benemerito clinico.
Esaltata e impreziosita nella figura, Roncegno s'aprì fiduciosa a un consorzio di uomini anelanti a una villeggiatura ristoratrice e a la page.
Il suo nome uscì dai ristretti confini e si diffuse in una dimensione straordinariamente
vasta, aleggiando di città in città fra i dignitari d'Europa.
Sarebbe interessante e utile analizzare con accuratezza la nascita e l'affermarsi di questa nostra stazione di cura, individuare le forze che vi parteciparono e quelle che vi si opposero, determinare il contesto sociale, economico e culturale d'appartenenza, e altro ancora, utile alla piena comprensione del fenomeno.
Ma tutto ciò appartiene ad altri obiettivi di ricerca.
Nei limiti di questo capitolo è sufficiente abbozzare una conoscenza che delinei qualche tratto della fisionomia della nostra borgata prima del fatale 1914.
Occupiamoci anzitutto della scoperta e della valorizzazione delle acque. Scrisse il dott. Manetti, medico e professore di chimica applicata (Luigi Manetti, Analisi chimica di un'acqua minerale scoperta sul monte Tesobo presso a Roncegno, Trento, Seiser, 1860.) : "Nel 1858 mi venne affidato l'incarico di eseguire un'analisi chimica di un'acqua minerale, già qualche anno prima scoperta sul monte Tesobo ...
A tale scopo l'onorevole Or. Paoli, medico di Roncegno, mi inviava . . . una conveniente quantità d'acqua da lui raccolta colle maggiori cautele possibili.
Il complesso termale con lo stabilimento per imbottigliare l'acqua minerale.
Quest'acqua, come mi assicurava il Or. Paoli, la ricevette da un'estremità di un condotto di legno destinato a dedurre in una vasca tutta l'acqua che cade a stillicidio dalla volta di una galleria scavata alla sommità del monte Tesobo, e che in allora estendevasi entro il monte per pochi metri.
La denominazione data dai terrazzani al luogo ove sgorga quell'acqua è Buco del tossico, perché anticamente vi si scavava l'arsenico ...
L'acqua minerale di Roncegno presentava un colore giallognolo, era trasparente . . .
Aveva un sapore stitico astringente, e precisamente quello che offrono le soluzioni di sali ferruginosi.
L'acqua tesobiana arrossava fortemente la tintura di tornasole ...
La determinazione dell'arsenico venne effettuata con due differenti processi allo scopo di poter verificare con certezza la quantità d'un principio così importante nell'acqua tesobia-
na".
Riportò successivamente il valente medico Goldwurm (Dott. Corrado Goldwurm, Guida al bagno minerale di Roncegno 2 ed., Borgo, Marchetto, 1880.) : "Il medico comunale dott. Paoli effettuò con quell'acqua degli esperimenti contro la clorosi e la pellagra, con uso interno ed esterno.
I favorevoli successi lo incoraggiarono a porre alcune tinozze in un'abbandonata trattura di seta, ed ivi faceva trasportare l'acqua a braccia d'uomo per circa due chilometri attraverso strade impraticabili . . .
Questo embrione di Stabilimento cominciò ad essere frequentato da forestieri" .
L'arrivo dei turisti
Nell'aprile del 1859 si formò una società, che acquisì tutti i diritti; si costituì regolarmente nel dicembre del 1860 con fiorini a. 45.000 intitolandosi "Associazione per azioni del bagno di Roncegno".
Sorse un primo fabbricato con venti stanzini da bagno e un serbatoio per la raccolta delle acque.
Ma le cose sul principio non andarono molto bene.
Nel 1873 si costituì una seconda società, denominata "Società anonima balneare Roncegno", che ideò lo stabilimento.
Nel 1877 si formò una terza società, composta dai fratelli dottori Waiz di Gradisca, Zanetti di Trieste e Manzoni di Milano.
Essa provvide a ultimare i lavori aumentando i posti letto (potevano essere alloggiate 140 persone), e ad acquistare nuovi terreni vicino allo stabilimento.
Unici proprietari e conduttori rimasero ben presto i fratelli Gerolamo e Francesco Waiz.
Di pari passo con lo sviluppo dell'iniziativa balneare migliorava anche il paese di Roncegno, che si dotava di strutture e servizi consentiti e richiesti dal progresso del tempo.
Informava ancora il dott. Goldwurm: "Roncegno era un oscuro paesello così modesto e ignorato che fino a pochi anni addietro non ha mai fatto parlare di sé; ma che ora, a merito delle sue acque ferro-arsenicali, è conosciuto in tutta Italia; né andrà molto certamente che la sua fama si estenderà ad altre parti ancora d'Europa".
Pia Pallaoro con dei villeggianti.
L'omnibus portava da Trento a Roncegno quattro volte il giorno.
Nel paese c'erano altri tre buoni alberghi: Moro, Stella, Cavalletto.
Abbondavano le case private che affittavano ai forestieri.
Sotto !'impulso della seconda società, venne aperto un ufficio postale e qualche lampione cominciò a lottare con le tenebre delle vie.
La terza società aprì nello stabilimento il telegrafo e nel 1880 fece ampliare la strada che dalla via postale conduceva a Roncegno.
Vennero predisposte finanche delle passeggiate: caratteristica quella alle gallerie: "I bagnanti montando somarelli che si trovano sempre pronti dietro la cinta del piazzale, in meno di mezz' ora giungono alla casetta del custode, il quale, a richiesta dei visitatori, con un fischio chiama le sue caprette, che si vedono discendere saltando fra sasso e sasso, le munge e tratta del loro latte gli ospiti.
Non manca di offrire sulle rustiche panche altra frugale refezione ... regala loro minerali ... dà lezione di mineralogia.
L'acqua esce da quattro gallerie ...
Si entra preceduti da lumi e coperti da beduine che fornisce il custode, onde l'acqua giallastra che sgocciola da tutte le parti non sciupi loro i vestiti".
In un'altra pubblicazione, probabilmente del 1897 (Anon., Roncegno nel Trentino. La sua acqua naturale arsenico-ferruginosa il suo stabilimento bagni, Milano, Waiz, [1897?].) , si legge: "Il Grand Hotel des Bains, in stile italiano a somiglianza delle belle e principesche ville delle colline Fiesolane e Fiorentine è dotato di 200 stanze con caloriferi e ventilatori elettrici.
La luce elettrica è prodotta con un poderoso impianto di proprietà dei Fratelli D.ri Waiz.
La più pura acqua potabile viene condotta con acquedotto appartenente alla Casa.
Moderna la lavanderia meccanica con forza motrice elettrica.
50 le stanze da bagno.
Nel parco il tennis, chioschi, viali e fontane.
Una magnifica sala con completa Idroterapia offre le più moderne applicazioni elettriche, bagni di luce, bagno idroelettrico con acqua semplice o acque minerali, Tremuloterapia, Bagno a vapore, Fanghi arsenico-ferruginosi, ginnastica svedese e massaggi (Anche nel settore specializzato della fisioterapia v' era possibilità occupazionale per la gente del luogo. La signora Catterina Montibeller, diplomata in massaggio ortopedico, esercitò per diversi anni sotto la guida del dottor Viola. Alle sue cure ricorreva anche la gente di Roncegno.).
Nel paese di Roncegno si trovano: ufficio postale e telegrafico, bazars, negozi di generi diversi, friseur, guide, vetture e cavalcature per gite ed escursioni alpine, fotografi.
Alberghi a prezzi modici: Stella, Moro, Roncegno; appartamenti privati nelle ville Vittoria, Rosa, Kofler, Bazzanella, Pola.
L'acqua meravigliosamente salutare portò il nome di Roncegno fuori dello stretto confine della sua amena valle, valicò i monti, passò il mare, divenne celebre in Europa, ed ora arriva trionfante nell'Africa, nell'America e nellontano Giappone.
L'acqua minerale naturale di Roncegno viene venduta in tutto il mondo in bottiglie ottangolari di color azzurro scuro del contenuto di circa 270 grammi d'acqua con etichetta speciale a stampa nera su fondo giallo".
Per quanto riguarda Marter, Ottone Brentari (Ottone Brentari, Guida del Trentino. Trentina orientale. Parte prima: Val d'Adige inferiore e Valsugana, Bassano, Pozzato, 1890-1902; rist. anast. Bologna, Forni, 1971.) riferiva, nel 1890, che esistevano 229 case, 1298 abitanti [con i Larganzoni], la chiesa costruita da poco [era stata ultimata nel 1869], le scuole.
Poche le case lungo i lati della strada: fra queste l'albergo alla Tor Tonda di Francesco Froner, una piccola filatura di cotone e l'albergo alla Corona.
A Roncegno continuavano i lavori di adeguamento e di potenziamento della ricettività per soddisfare le richieste di cura e di ospitalità sempre crescenti.
Le fonti.
Annotava il Brentari: "Assai interessante è anche una visita al nuovo edificio dove, con bene ordinata divisione del lavoro, si imbottiglia l'acqua medicinale.
Vi sono otto serbatoi di granito (costruiti nel 1886), capace ciascuno di 60.000 bottiglie.
Nello stabilimento vi sono altri tre serbatoi di granito, capaci di 130.000 bottiglie; e presso le gallerie uno di 150.000 bottiglie.
Vi è perciò sempre pronto un deposito di circa 800.000 bottiglie" .
Negli anni 1907-1908 sorse il Palace. Grand Hotel e Palace costituivano un complesso di primissimo rango, dotato di ogni agiatezza per il soggiorno e di capacità curative altamente specializzate, favorevole al riposo, ricco di intrattenimenti e passatempi.
Le opere di Ardengo Soffici diedero valore e decoro al Salone delle feste, perla dello stabilimento.
E le sue acque da bibita e da bagno, ricche di onorificenze, consentirono a Roncegno di essere la prima località ad avere il riconoscimento ufficiale di stazione di cura, nel 1899 (Franco Bertoldi "La guerra 1914-18 e la crisi del turismo", in Il Trentina al tempo della prima guerra mondiale. Cultura ed economia delle genti trentine, Trento, c.c.I.A.A., 1968 (da "Economia Trentina" n.5-6).
Duchi, arciduchi, granduchesse, principi, baroni, ministri, senatori, onorevoli, ammiragli, professori, famose ballerine e notabilità di chiara fama si davano appuntamento estivo in questo luogo divenuto ormai prestigioso.
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