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L'AMBIENTE
di Vitaliano Modena
La popolazione della Boemia, al tempo degli avvenimenti che ci interessano, risultava un mosaico di nazionalità: slovacchi (65,6%), tedeschi (23,3%), ungheresi (5,6%), ruteni (3,4%), ebrei (1,3%), polacchi (0,6%).
Diverse anche le religioni: la cattolica, prevalente, la protestante, quella praticata dagli aderenti alla chiesa cèca, l'ebrea, la greco-ortodossa.
Per le sue peculiarità e la struttura composita della sua popolazione, la Boemia aveva avanzato al governo austriaco, ancora nel 1848, la richiesta di autonomia nell'ambito di un'Austria federale.
La risposta, di segno opposto, s'era tradotta nell' instaurazione di un regime di rigido centralismo.
Da allora, fino al crollo asburgico del 1918, i boemi lottarono contro il centralismo di Vienna e l'elemento tedesco per l'affermazione dei propri valori linguistico-culturali e nazionali. In questo si sentirono vicini alla popolazione italiana del Tirolo meridionale sfollata nella loro terra.
La superficie del territorio boemo è generalmente ondulata; verso i confini prendono forma le asperità della Selva Boema, dei Monti Metalliferi e dei Sudeti.
Il clima è di tipo continentale e vario secondo le altitudini.
Il cielo è frequentemente grigio, rare le belle giornate.
Un giorno che il sole era proprio luminoso e azzurro il cielo, il parroco di là disse al nostro don Guido: "Oggi è bello come in Italia". D'estate il sole nasce prestissimo, bello, come una grande palla, e tramonta la sera molto tardi.
Il vento spira per lunghi periodi, fastidioso.
Nella regione interna piove poco, più abbondanti le precipitazioni verso le montagne.
Il terreno, argilloso, diventa con la pioggia pantano attaccaticcio.
Numerosi i piccoli laghi, che conferiscono una particolare caratteristica al paesaggio.
Il territorio è in gran parte produttivo.
Boemia. Guerrino Casagranda con la moglie matilde Zurlo e gli otto figli (Anna la maggiore).
L'agricoltura è sviluppata nelle zone più favorevoli, l'allevamento del bestiame in quelle mediocri: patate, cereali (frumento, segala, orzo), piante industriali (barbabietola, luppolo)
e foraggio sono i prodotti principali.
Le montagne sono sfruttate con l'estrazione di minerali: vari tipi di carbone e ferro.
Secondo una statistica del 1918, 16.390 profughi (Flilchtlinge) erano dispersi in 731 colonie della Boemia (e 18.622 in 772 colonie della Moravia).
Questa distribuzione sul territorio costituì una risposta globale alle esigenze di trovare un equilibrio fra le popolazioni ospitanti e quelle ospitate etnicamente diverse, di garantire un migliore approvvigionamento disperdendo i profughi nelle campagne e di controllare la situazione in modo più agevole (I profughi roncegnesi si trovarono nelle seguenti località, desunte dai registri dei morti e dei nati delle tre parrocchie, e dalle testimonianze dei superstiti. Il primo elenco riporta _nomi scritti con segni grafici cèchi, revisionati dall'ufficio culturale della repubblica cecoslovacca a Roma, al quale va il nostro grazie per il prezioso contributo. Il secondo elenco è di paesi boemi che probabilmente cambiarono nome dopo la prima guerra mondiale e la cui scrittura è approssimativa.
Bechynè u Tébora, Bìlina, Cernosice, Chràst u Plznè, Chvojnà, Cesky Brod, Cernovice, Dolnì Lukavice, Hostivar, Hradec Kralové (allora Koniginhof), Kralupy nad Vltavou, Klatovy, Kamenice, Letiny, Libacovìce, Merklin, Milevsko, Nepomuk, Oborany, Okrouhlà, Pacov, Pelhrimov (anche Pilgram), Plzen, Praha, Prestìce, Prosecany, Radovany, Radosìce, Radotìn, Radovésìce, Rokycany, Rosice, Slatinany, Stavec u Tàbora, Strasìce, Tàbor, Teplice, Trebatov, Uvaly u Prahy, Velkà Chyska, Veselìcko u Tàbora, Veselìcko nad Becvou, Zehrovice.
Asparn a/d Zaja, Buchau, Bostelci, Botnice, Budweis, Deutschbrod (in cèco Nemecky Brod), Dux, Fostenbruck, Farni Lstibor, Hnevkev, Hokorov Zinkov, Kircken Radaun, Korcitz, Kralus, Kostehni, Mermuhl, Minoriten, Muhlhausen, Muttersdorf, Neuhaus, Nev Otting, Niederlique, Oberbaumgarten, Obermuhl, Oberschlager, Pradbo, Ramen, Reichstadt, Rosovany, Salakova, Seibel Radovany, Settenz, Skocice, Sobekur, Stanhof, Valduck, Vezna, Volena, Wildenswert, Weissensulz, Zemetic.).
A vantaggio dei profughi dispersi nei vari Lander dell'impero austriaco sorsero capillarmente dei comitati di assistenza.
Ne fecero parte anche sacerdoti e insegnanti trentini col compito di far ottenere il sussidio governativo, di distribuire il vestiario attraverso i capitanati, di fronteggiare situazioni difficili ricorrendo alle autorità civili o al comitato centrale per i profughi del sud, costituito a Vienna nel luglio 1915.
Alla fine del '15, in Boemia, erano attivi sessanta di questi centri.
Il sussidio, fissato da principio in 80 centesimi per gli adulti e in 60 centesimi per i bambini, venne poi uguagliato a 90 centesimi per persona, innalzato successivamente a 1 corona al giorno, poi a 1.50 e a 2.
Ogni profugo che chiedeva il sussidio doveva risiedere nei baraccamenti o essere assegnato a un comune.
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