Le Calcare del Marter - Gruppo Alpini Roncegno

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Le Calcare del Marter

La 1a G.M.



LE CALCARE DEL MARTER


di Armando e Mario Pacher


La calce, agli inizi del secolo scorso, era la materia prima e pressoché l'unica usata in edilizia. Per questo, all'epoca, in varie zone del Trentino nacquero la cosiddette calcare per la produzione di questo importante elemento. Anche in Valsugana, alla fine della prima guerra mondiale, iniziarono l'attività alcune ditte per la preparazione della calce; ma la maggior parte di loro chiuse i battenti dopo pochi anni o al massimo qualche decennio. Una sola, la ditta Locatelli del Marter di Roncegno, riuscì a imporsi veramente sul mercato divenendo la più conosciuta e preferita, che produsse calce fin dopo la metà degli anni '70. Fu nell'estate del 1919 che il bergamasco Elia Locatelli, salito sul treno in direzione di Trento per scrutare dal finestrino un luogo adatto ai suoi programmi di insediamento, che, non avendolo trovato nella zona della Vallagarina, prese il treno che portava in Valsugana con l'occhio sempre vigile per l'individuazione di una zona adatta ai suoi scopi. Arrivato al Marter di Roncegno fu colpito dal ghiaione bianco della località "Brustolai".
Sceso allora dal treno, esaminò più da vicino quel ciottolame riscontrandolo adatto per i suoi progetti. Trovato il proprietario, un certo signor Fabris, ancora quel giorno combinò l'acquisto di quei circa quattromila metri quadrati, di suolo, pagando la cifra allora esorbitante di mille lire. Elia era soddisfatto dell'affare; e ancora più soddisfatto sembrò il venditore, al quale non parve vero di potersi liberare da quella inutile "masiéra".



Le Calcare del Marter e, nel riquadro, Elia Locatelli


Elia tornò a Bergamo per informare la moglie, la signora Angela, e pochi giorni dopo fece ritorno al Marter assieme a due suoi amici per dare inizio alla costruzione di una sia pur rudimentale fornace, che subito caricò con dei ciottoli bianchi raccolti in quel fondo appena acquistato. Dopo quattro settimane da quella fornace si vide uscire del fumo; e, sei giorni più tardi, la prima cotta era pronta. Alla presenza di non pochi curiosi del posto vennero sfornate e immesse sul mercato alcune decine di quintali di calce. Il prezzo era modesto ma, a detta degli esperti, quel prodotto poteva essere considerato uno fra i migliori esistenti sul mercato. Le richieste si moltiplicarono; e la calce di Elia Locatelli incominciò a farsi nome.
Qualche mese più tardi, nel dicembre 1919, anche la moglie signora Angela, che già aveva tre figli, si trasferì al Marter di Roncegno per essere a fianco del marito; e andò ad abitare in una baracca che Elia aveva acquistato dal Genio Militare situata vicino al cantiere, e dove successivamente nacquero altri due figli. La calce della ditta Locatelli fu sempre più apprezzata, tanto in zona che fuori provincia sia per impasto che per imbiancatura. I coniugi Locatelli lavorarono sodo per anni in mezzo a molte inevitabili difficoltà; e, con i loro risparmi, riuscirono a realizzare nei pressi delle calcare una modesta abitazione in mura tura, dove poi la famiglia si trasferì.
Dopo la seconda guerra mondiale con i figli tutti maggiorenni, Elia dovette modernizzarsi introducendo nuovi sistemi di lavoro e produrre di più di fronte alle crescenti richieste, facendo però un debito rilevante presso banche. E così, nel 1947, fu realizzata la prima moderna calcara capace di sfornare quasi cento quintali di sasso cotto al giorno: una fornace a fuoco continuo alimentata prima a legna e poi a segatura, con sistemi meccanici di carico e scarico che dava lavoro a una decina di operai del luogo di cui quattro "fuochini" che dovevano badare giorno e notte per 365 giorni all'anno che il fuoco fosse sempre acceso e che mantenesse costantemente la giusta temperatura. Gli altri avevano il compito di estrarre il sasso cotto e ricaricare le calcare. Tutto procedeva bene. Elia e Angela erano soddisfatti perché la loro tenacia e la loro serietà con la quale avevano iniziato quel duro lavoro, stavano dando i loro frutti. Per molti anni un buon numero di operai trovò lavoro in questa piccola, ma provvidenziale azienda.
Dopo la morte dei coniugi Locatelli, la produzione continuò sotto la guida dei figli Elia (nome come il padre) e Lorenzo che, con pari serietà e impegno, portarono avanti per anni ancora l'attività dell'azienda assicurando sempre lavoro a un buon numero di operai del posto. E per far fronte alle molte richieste, a fianco della prima calcara ne fu costruita una seconda con le stesse caratteristiche di produzione. L'attività andò avanti fino al 1976 quando, a causa soprattutto della concorrenza di altre fornaci alimentate a gas metano che immettevano sul mercato lo stesso prodotto a costi inferiori, e anche per l'introduzione di nuovi sistemi di costruzione nel settore dell'edilizia, venne decisa la chiusura definitiva dell'azienda.
Elia Locatelli, scomparso nel 2003, fu l'ultimo titolare della ditta; e il suo nome era molto conosciuto e stimato dalle imprese edili del Trentino e anche fuori provincia, non solo per la bontà del prodotto ma anche per la sua onestà e correttezza.
Il ricordo di Elia, di quest'uomo bonaccione e sempre carico di umanità, non è svanito nel tempo; e la gente ancora lo ricorda con profondo senso di gratitudine e di affetto.





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25/02/2023
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